Home Page Il lato insolito delle geometrie Indietro

Il bello appare quando conosci ciò che non riuscivi ad immaginare

 
"Immagini e parole fanno parte di un unico pensiero"
Vincenzo Agnetti
 

"Non vediamo mai le cose, vediamo sempre attraverso uno schermo"
Alberto Giacometti

"L’arte o è sovversiva o è morta"
Mario Vargas Llosa

 


 

In un mondo dell’arte che scopriamo sempre più complicato dove l’intuitività e la razionalità risultano il più delle volte irrimediabilmente precluse, un modo per aprire una via alla comprensione, seppur non definitiva delle opere, può essere quello di contestualizzarle per ampliarne la prospettiva di analisi verso l'esterno, alla ricerca di tutti quegli elementi storici, culturali, biografici che ne rendano “più convincente” l'interpretazione.

Questa “operazione” nasce dalla consapevolezza che per creare valore è necessario stimolare, anche se in modo instabile e limitato nel tempo, l’interesse dell’osservatore, non separato dal legame emotivo, attraverso lo stupore e la soddisfazione delle sue aspettative, sfidandone pregiudizi e presupposizioni.

E’ indiscutibile che l’opera debba nutrire di dubbi, far sposare incertezze e contraddizioni, porre interrogativi, aprire nuovi scenari, cimentarsi con concetti, suggestionare per il piacere dello sguardo e della riflessione e soprattutto essere messaggera di pensiero e, quindi, avere una relazione con la vita oltre che con la pittura.

In altre parole, l’opera dovrebbe indurre a rivisitare le proprie idee e rimuovere quella pigrizia che le rende inadeguate a comprendere la complessità della nostra esistenza, ovvero che tutto si raffredda, si rovina, invecchia e decade, per scoprire dove alberga l’umanità con cui convivere liberi dai falsi miti e riconoscere il valore della speranza, del dolore, dell’amore, della tragedia, dell’entusiasmo, della disperazione.

Per tali motivi non mi affido soltanto alla manualità, peraltro non accademica e priva di racconto, ma attuo uno stratagemma recuperando la parola, ovvero rendendo il titolo, seppur apparentemente incongruo, una componente essenziale dell’opera.
L’obiettivo non è quello di fornire inconsistenti ed effimere spiegazioni ma di dare preziosi indizi, utili contributi di conoscenza per un’efficace mappatura di un oggetto, che seppur nato inerte, incomunicante e modulato in strutture complesse, permetta, se osservato con una particolare disposizione, di intercettare molteplici significati.

In particolare, l’ambigua interazione tra il titolo (contesto-concetto) e il nodo (indispensabile meccanismo di reazione e stati d’animo, nonché interprete della curvatura, dell’ondulazione e della “vibrazione” dello spazio) dovrebbe, in un gioco destabilizzante di rimandi e sfasamenti, far germogliare una riflessione sulle criticità e sull’opacità del nostro tempo, dando motivi validi per desiderare di rimanere ad osservare una superficie aggettante più o meno colorata.

Ne potrebbe conseguire una sosta piena di sospensione e di tensione In cui l’emozione che, oggi, non conosce più i tempi dell’attesa, non vinca in rapidità sulla riflessione, facendo perdere profondità e prospettiva all’azione del vedere. Il tempo non è solo lo svolgersi degli eventi ma anche la capacità di dar loro un senso.

L’opera, pertanto, potrebbe configurarsi come un utile ed efficace strumento per la confrontabilità di dati in origine molto distanti tra di loro, risultando una sorta di lente che consente specifiche e particolari tipologie di messa a fuoco.