Indietro Massimo Bignardi

Testo critico sul catalogo "Trame e sospetti della pittura"

 

... Gualtiero lascia che l’invadenza dell’immagine referenziale si insinui sul piano della tela, fino a farsi sospetto di un’effettiva realtà, corporea, materica, densa di vita, come ci è dato riscontrare nelle opere realizzate in questi ultimi anni, quale ad esempio L’avidità genera povertà, una tecnica mista su tela del 2015.
Per l’artista genovese l’immagine è, formalmente, offerta dal nucleo posto al centro delle diagonali: un corpo che spinge verso l’esterno, come voler emergere dal bozzolo di pieghe e di panneggi, liberarsi del fondo per sostare sul limen, ove la materia assume le vesti dell’immagine.

 

 

Testo critico sul catalogo "Forma Mentis - estetica del tatto"

 

[…] Per … e Redivo il rapporto tra immagine e forma è affidato alle possibilità offerte dal bassorilievo, ossia a quella forma, ancora sostanzialmente contenuta nel piano ma pronta ad attivare l’intuito, la sua capacità di generare la dimensione del corpo plastico.
[…] L’aspetto che tiene insieme le opere ….. e di Redivo è ….. il loro insistere su una forma espropriata della tridimensionalità oggettiva per condurla al bassorilievo, direi ad un rilievo che si propone maggiormente al tatto nella sua ‘perlustrazione’ della superficie. L’azione è affidata prevalentemente alla incisione della linea, al suo modulare bassorilievi capaci, però, di dare sintesi del profilo, la suggestione della forma e quindi del corpo.
[…] Troviamo le opere di Gualtiero Redivo, concepite entrambe con una sintesi che è nel carattere del suo lavoro. I colori del buio e Nodi, sono i titoli che l’artista ha dato ai due dipinti con rilievi, nei quali a prevalere è la luce di un bianco intensamente spirituale che si accampa nel fondo. Nella parte centrale della prima opera un rilievo, maggiormente aggettante, è reso da un nodo, quindi da un pezzo di corda che si avvolge su se stesso. Nel secondo lavoro il rilievo invade l’intera superficie: con ordine l’artista pone diversi tipi di nodi, tale da tracciare una sorta di casellario. Sulla superficie si genera un movimento di ombre che vanno a ritmare la bianca stesura del fondo, non perfettamente liscio, anzi reso evidentemente materico dagli strati di stoffe che Redivo incolla una sull’altra, reinterpretando a suo modo la pratica di Rothko. Tende, dunque, ad una luminosità spirituale che è propria del bianco. Nella scheda che accompagna le sue opere l’artista chiama in causa, giustamente, una pagina de’ Lo spirituale nell’arte di Kandinskij, lì dove questi riferendosi alla visione del bianco, scrive:” Tuttavia è un silenzio di nascita, ricco di potenzialità; è la pausa tra una battuta e l’altra di un’esecuzione musicale, che prelude ad altri suoni”.