Indietro Andrea Romoli Barberini

Quadri senza risposte

 

Gualtiero Redivo realizza quadri ma non dipinge, o meglio non può essere considerato un pittore nel senso tradizionale del termine. Protagonisti delle sue opere sono infatti quei  materiali extrapittorici, “sdoganati” dalle ricerche maturate in seno alle avanguardie storiche, che nel corso del secolo scorso hanno acquisito la stessa dignità, quindi le stesse potenzialità di senso, delle tecniche pittoriche più antiche. L’assemblaggio dei materiali più disparati (stoffe, legni, carte, spaghi, centrini realizzati all’uncinetto e tanto altro ancora), sovente recuperati tra le cose condannate all’oblio della condizione di rifiuto, è la prassi senza progetto, erede dell’Informale, che l’artista segue istintivamente per organizzare superfici dalla forte valenza drammatica.

Va da sé che l’elemento portante di tale indagine risiede nel processo di riqualificazione e risemantizzazione dei materiali utilizzati, cui si sovrappone, talvolta, la pittura vera e propria.

In questi lavori, prima ancora di leggervi il riscatto della materia vile, la riabilitazione del materiale di scarto, sembra di potervi scorgere l’intenzione di interrogare il fruitore su questioni intimamente esistenziali attraverso la forza evocativa di suggestive composizioni che sovente sfidano e superano il limite della bidimensionalità fisica del quadro.